L'ingresso più evidente è
un pozzetto a cielo aperto armato a fix (M), che immette nel grande salone
iniziale inclinato ed allungato lungo l'asse principale del sistema di
fratture su cui è impostata l'intera cavità.
Risalendo il salone si trova il ramo
terroso che, con percorso a saliscendi, porta vicinissimo all'ingresso
dei Ragni Panzuti (J), invece scendendo si incontra a destra la prosecuzione
verso il fondo: un facile saltino di tre metri (P) seguito da uno scivolo
(N) che sbocca nel successivo pozzo da 20 metri armato con 2 fix sulla
parete destra e frazionato pochi metri più in basso con 3 fix molto
esposti seguiti da un ultimo fix sulla parete sinistra.
Una serie di brevissimi saltini fattibili
in libera permette di raggiungere il fondo Est a -47m (R), mentre se si
risale dal lato opposto (I) ci si ritrova in una piccola saletta con foglie.
Risalendo lo scivolo si trova una frattura
(G) seguita dal P15 (armo da rifare), si tratta di un pozzo che inizia
stretto ed appoggiato per poi diventare ampio e verticale (frazionamento
aereo con 1 fix).
Alla base del P15 si trova un salone allungato
che presenta alle due estremità due saltini: uno (1 fix a destra,
evitabile) porta al punto più profondo della grotta a -49 metri
(H), l'altro finisce su una strettissima e ripida fessura con poche possibilità
di superamento (K).
Ritornati alla saletta con foglie ci si
può infilare in una stretta fessura a soffitto, da qui parte la
risalita dei Ragni Panzuti, percorribile in libera fino a sbucare in
superficie verso l'ingresso basso della cavità (F).
Questo tragitto è forse il più
temibile dal punto di vista dei sassi, pronti a precipitare in basso se
li si guarda troppo intensamente: tenersi fuori tiro.
Per pura formalità catastale Minotauro
deve essere considerata cavità distinta e separata rispetto ad Arianna,
in realtà non c'è vera soluzione di continuità strutturale
tra le due grotte, le cui bocche distano 5 metri (occupati da frana) l'una
dall'altra.  |